Il blog della prima Community dei "Milleuristi & (S)Contenti"

27 ottobre 2006

Grazie di (ricordarci di) esistere!

Leggo su Repubblica.it: "Napolitano incontra gli studenti: 'Il Parlamento si occupi dei precari'".
"Ohibo!", mi domando, "Ma perché c'è bisogno che addirittura il Presidente della Repubblica in persona debba 'bacchettare' il Parlamento sui precari? Non era forse l'argomento sulla bocca di quegli stessi politici che oggi sono in Parlamento soltanto fino a qualche tempo fa?". E mi rispondo: "Beh, ma sulla loro bocca magari (ogni tanto) c'è ancora. Il problema è che è solo lì...".

Sono giorni che cerco di capire - come tutti gli altri 3 milioni e 500mila precari in Italia, immagino - cosa comporta questa dannata Finanziaria in termini di Mercato del Lavoro. Non m'importano i sacrifici individuali, se sono necessari ai benefici per tutto il Paese, ma m'importa di sapere esattamente, attraverso semplici pensierini chiari e comprensibili, chi sta decidendo cosa a favore di chi e a sfavore di chi altro. Continuo a leggere giornali, a comparare siti web, a sciropparmi approfondimenti televisivi di tutti i tipi su qualunque canale e sento solo parole che 5 minuti dopo qualcuno puntualmente smentisce. Ho anche sottoscritto un Decalogo delle Nuove Generazioni per stimolare una qualche utilità concreta di questa manovra a favore di noi Milleuristi. Fa il paio con la Petizione al Ministro del Lavoro online da questa estate: due modi di dire "Noi ci siamo e non siamo solo numeri", due modi di crederci, di partecipare, di fare sentire la nostra voce al di sopra di ogni possibile strumentalizzazione.
Due modi per ricordare che esistiamo prima ancora che ce lo ricordi (anzi: che glielo ricordi) il Presidente della Repubblica.
E' chiedere troppo, vero, che tra una litigata e un'altra qualcuno ci spieghi gentilmente se possiamo continuare a crederci o se dobbiamo rassegnarci al grido di "E' inutile suonare qui / Non vi aprirà nessuno"?
Claudio

1 Comments:

Anonymous Anonimo said...

hai ragione claudio. ed anche abbastanza umiliante che, se si è iniziato a parlare di precariato, è dovuto al fatto che i genitori di noi milleuristi hanno cominciato ad avvertire anche come loro (di riflesso) il problema del precariato.
un paio di anni fa, ascoltando gavino angius, lo sentii affermare che ormai era c'era troppa precarietà, a cominciare dai co.co.co, e poi spiegò, "le collaborazione coordinate e COOPERATIVE".
il problema è che il ceto politico italiano non rappresenta che gli over 40. questo perchè noi, cresciuti in una fase storica di passaggio, abbastanza storditi anche se ricchi di risorse, non ci organizziamo e, quando lo facciamo, rischiamo di farlo secondo schemi e ideologie più che superate. almeno stiamo riuscendo a popolare il web, è questa è una buona notizia.
keep oin touch, stay tuned, e scusate la lunghezza.
fede mello

12:33

 

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