Questa sera, scaricando la posta, tra i soliti tremila messaggi di spam (parentesi: si può sapere chi ha messo in giro la voce che ce l'ho piccolo e sono impotente, visto che tutti mi propongono gentilmente di «
Enlarge your penis!» e «
Buy Viagra!»?) ce n'era anche uno che mi ha toccato da vicino.
A mandarmelo era un ragazzo che avevo conosciuto tempo fa durante un campo estivo e di cui avevo però poi perso le tracce. Lavora - ma sarebbe più opportuno dire «precaria», voce del verbo «precariare» - all'Ospedale Pediatrico Gaslini di Genova, e come lui ci sono
500 ragazzi, tra amministrativi, biologi, psicologi, farmacisti e tecnici ad alta specializzazione ridotti a svolgere la propria occupazione con contratti atipici senza garanzie né tutele, senza certezze né prospettive.
Per questo, mi diceva, i Precari di Gaslini e IST di Genova hanno indetto per lunedì prossimo, 12 novembre alle ore 11:00, una manifestazione nazionale degli I.R.C.C.S. contro la nuova Finanziaria, contro il Protocollo Welfare e contro l'indifferenza di chi continua a lavarsi la bocca di propagande a favore dei giovani e della ricerca e poi non muove un dito per cambiare le cose.
Nel volantino che mi è stato inviato si legge, testualmente:
Le molteplici persone che svolgono il loro lavoro con dedizione vengono retribuite tramite i famigerati contratti atipici, coperti sia da fondi dello Stato che da fondi privati. Questa parcellizazione di risorse e di tipologie contrattuali rende molto precaria la nostra posizione e debole anche la possibilità di far sentire la nostra voce sulle storture di questo sistema. La cronica mancanza di fondi, i blocchi delle assunzioni, il costo totale della Sanità trovano un anello debole sul quale attivarsi per attuare i risparmi: sono le centinaia di precari che svolgendo un servizo equivalente a quello che potrebbero offrire se fossero assunti a tempo indeterminato, vivono di co.pro, ex art. 36, borse di studio. Contratti che non danno origine a una sicurezza futura e che vengono reiterati per decine di anni allo stesso soggetto che lavora nella stessa struttura e spesso nello stesso Servizio o Reparto e che ormai, dopo molti anni si sente appartenente alla Struttura stessa. Ma non lo è: da un giorno all'altro, senza giustificazione, può essere lasciato a casa e in suo ausilio non esistono neppure ammortizzatori sociali.
Queste persone hanno studiato, sono costate e costano alla comunità come formazione e vengono dimenticate dallo Stato che ha, peraltro, investito in loro. Si creano ricercatori capaci e li si costringe a rinunciare al loro lavoro per poter formare una famiglia o per vivere con dignità. Si baratta il "privilegio" di avere una formazione con stipendi da sussistenza, dimenticando che il nostro lavoro ha la finalità di migliorare le qualità della vita della Nazione.
Beh, abbiamo già discusso altre volte se il "manifestare" oggi possa ancora essere uno strumento utile a far valere le proprie posizioni e i propri diritti, ed è evidente che laddove non ne esistono altri lo è sicuramente.
Anche perché, in circostanze come questa, è proprio il caso di dirlo: non sono soltanto i malati ad avere una flebo attaccata a un braccio...
Alessio
Per scaricare il volantino della prima
Manifestazione Nazionale dei Precari degli I.R.C.C.S. (Genova, Piazza De Ferrari, ore 11:00)
clicca quiSito ufficiale: precariirccs.virtuale.orgContatto: precariirccs@gmail.com