L'Europa siamo noi
Che il Precariato non fosse un'esclusiva tristemente italiana lo abbiamo (purtroppo) imparato da media e ricerche statistiche nel corso di questi ultimi mesi.
Per questo, essendo un problema diffuso ormai a macchia d'olio su tutto il territorio europeo, si è costituito - grazie alle grazie alle opportunità di coesione e interazione offerte dal web - un Network battezzato con il nome di Generation P e composto da associazioni e/o community particolarmente attive nei propri rispettivi Paesi nella lotta alla Precarietà: Génération Précaire (Francia), DGB-Jugend (Germania), Fairwork e.V., Germany Plattform Generation Praktikum (Austria), European Parliament Stagiaires Association (Belgio) e Generazione Mille Euro (Italia).
Il prossimo 21 novembre, nel corso della conferenza "Generazione P - Lavoro Temporaneo: Una Forma di Occupazione Precaria in Europa", Generation P presenterà al Parlamento Europeo una sua petizione ufficiale per cercare di mettere un freno all'uso scorretto e indiscriminato di Lavoro Temporaneo e per individuare e sollecitare una chiave di regolamentazione del problema su scala comunitaria, nell'ottica di una normalizzazione delle attuali, tragiche condizioni attraverso una strategia correttiva "globale" che coinvolga tutti gli Stati Membri.
Questo a riprova del fatto che noi precari non siamo, come spesso sostiene qualcuno, «un branco di giovani senza gambe e senza cervello che non sanno fare altro che lamentarsi», ma che ad animarci è soprattutto l'intraprendenza, la propositività e la voglia di sviluppare un progetto che miri ad un beneficio collettivo e non semplicemente individuale.
Dopodiché, se non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire, è un altro paio di maniche...
Rossella
Per scaricare e leggere la petizione "Per un corretto lavoro temporaneo e per un proficuo accesso dei giovani nel Mercato Europeo" di Generation P clicca qui
Per scaricare e visualizzare la locandina della conferenza "Generazione P - Lavoro Temporaneo: Una Forma di Occupazione Precaria in Europa" in programma il 21 novembre al Parlamento Europeo di Bruxelles clicca qui
Per scaricare e visualizzare la locandina della conferenza "Generazione P - Lavoro Temporaneo: Una Forma di Occupazione Precaria in Europa" in programma il 21 novembre al Parlamento Europeo di Bruxelles clicca qui
7 Comments:
Interessante, speriamo serva a qualcosa! In Europa c'è sicuramente chi sta meglio di noi e potrebbe insegnare ai nostri politici a fare un po' meglio il loro lavoro!
14:04
ragazzi miei io lunedì me ne parto per l'Australia...invece di stare qui a lamentarsi per cose..che nn cambieranno mai...me ne vado in una nazione dove cè piena meritocrazia...
volete un consiglio...invece di stare qui ad aspettare che babbo stato vi dia il posticino fisso...cercate di meglio...ovvero EMIGRATE!!!
saluti mastro
17:25
Grande Mastro! E' la scelta migliore: spero tu dimentichi l'Italia prima possibile!
Cancellala dalla tua vita per sempre!
In bocca al lupo e buon viaggio!
21:12
Volevo segnalarvi il nostro blog, che parla di argomenti simili. Ecco l'ultimo post pubblicato.
“Gli effetti vanno dall'insicurezza psicologica, progressiva, allo stress eccessivo e possono seguire gastriti, disturbi cardio-circolatori, problemi nervosi”. Questo frammento è preso da repubblica.it, e non riguarda nuove droghe o una malattia che si è diffusa di recente: no, è l’estratto di un articolo che parla di lavoro precario, e prosegue ricordando che “Prima ci sono contratti a progetto e lavori in affitto; c'è la questione sicurezza, la mancanza in molti casi di strumenti di protezione, la privazione di tutele e la relativa probabilità di infortuni. Perciò la diagnosi è molto seria: il lavoro precario fa male alla salute. Occorrono prevenzione e cura. Quanto prima”. Non si tratta di deduzioni dell’autrice, ma delle conclusioni di uno studio dell'Osha, l'Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro, che ha esaminato i rischi del lavoro temporaneo o a progetto, ormai ampiamente diffuso in tutto il continente.
Rischi che vanno dai carichi di lavoro troppo pesanti, che il precario non può rifiutare in quanto minacciato di mancato rinnovo del contratto, ai problemi nervosi che può determinare la mancanza di sicurezza verso il futuro, per non parlare del vero e proprio mobbing che i superiori possono, più facilmente, esercitare su chi non è sicuro della propria situazione lavorativa, fino all’assenza quasi assoluta di tutele sindacali e ammortizzatori sociali per gli “atipici”. Abbiamo visto persone che lavoravano come interinali minacciate di licenziamento (ovviamente in maniera “sottile”), solo per aver ipotizzato di iscriversi al sindacato, e nei call center si sprecano le avances sessuali di caposettore e capisala, che magari promettono alle ragazze un rinnovo di tre mesi se si mostrano “gentili” con loro. Tutte cose viste non (solo) nella profonda provincia meridionale, ma nella città di Roma capitale.
Sembra scontato voler combattere questo stato di cose, a partire da dove si può. Ma non tutti sono d’accordo, specie nel mondo politico. L’attuale opposizione, in massa, considera questi problemi robetta, rispetto all’incremento dell’occupazione che (a suo dire) si è avuto coi contratti “atipici”; ma anche nel centrosinistra, che prima delle elezioni aveva tra le sue parole d’ordine la “lotta al precariato”, sembrano esserci dubbi. In questi giorni, la maggioranza di governo ha proposto un emendamento per la stabilizzazione di molti precari della Pubblica Amministrazione (gli altri è più difficile aiutarli per decreto). Abbiamo già parlato della reazione dell’ex premier ed ex direttore della Banca d’Italia, Lambertow Dini, seguito a ruota dal nuovo campione del Partito democratico Marco Follini, già vicepremier con Berlusconi e ora tra i più vicini a Veltroni.
Ma il massimo lo ha raggiunto Nicola Rossi, deputato eletto coi Ds e poi uscito dal partito. Appartenente al gruppo dell’Ulivo alla Camera, quindi eletto anche coi voti dei moltissimi precari che hanno scelto il centrosinistra. E’ professore ordinario di Analisi economica presso l'Università degli studi di Roma "Tor Vergata", facoltà che paga gli stipendi con soldi pubblici; nella sua carriera, recita il sito ufficiale, “ha alternato l'attività operativa all'impegno accademico: fra il 1977 ed il 1980, ha lavorato presso il Servizio Studi della Banca d'Italia e, dal 1986 al 1987, presso la Divisione Affari Fiscali del Fondo Monetario Internazionale”. Insomma, è famoso per il suo impegno nel settore pubblico. Nonostante la sua fedeltà allo Stato dei “lacci e lacciuoli”, il primo quotidiano italiano, fatto e stampato coi soldi dei principali gruppi industriali privati, il 5 novembre gli ha dato ampio spazio in prima pagina, per dire che l’eventuale assunzione a tempo indeterminato dei precari della PA sarebbe “la fine dello stato di diritto”. Nientepopodimeno.
L’articolo è troppo bello per essere riassunto, quindi lo potete leggere in versione integrale qui. Totò si chiedeva, in un famoso film, se fossimo uomini o caporali. Caporali sono molti di quelli che guidano le agenzie interinali, minacciando di licenziamento (o meglio, mancato rinnovo) chi prende un giorno di malattia. Uomini veri sono i “coraggiosi” come Rossi, che hanno il privilegio di poter scrivere le proprie opinioni sul Corrierone nazionale. E gli altri? Ma gli altri sono precari, naturalmente.
su http://terzarea.splinder.com
11:12
Che dire della tirata di orecchie all'italia da parte del ilo?
21:00
E se si facesse girare questa strabenedetta petizione? Magari con le nostre sottoscrizioni in calce? Pensate che sarebbe un'ulteriore perdita di tempo?Quanto a Nicola Rossi ho un unico commento da fare:vergogna bamboccione!
19:01
Il problema non sono solo i precari...ma anche e soprattutto i disoccupati che aumentano di continuo. E' lo spettro della disoccupazione che ci rende ricattabili dai "datori di lavoro".
09:20
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