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26 marzo 2008

Il precariato nudo

Oggi, per festeggiare il 200esimo post di questo blog (che è pur sempre un bel traguardo!), segnaliamo con piacere l'uscita di un film che affronta - in modo crudo ma non crudele - il tema del Precariato associandolo ad un'altra delle (tante, troppe) questioni ancora irrisolte nel nostro Paese: l'immigrazione.
Il film si intitola Cover Boy, la regia è di Carmine Amoroso e i protagonisti sono Luca Lionello ed Eduard Gabia, rispettivamente nel ruolo di Michele e Ioan, due ragazzi - un italiano e un rumeno - il cui rapporto e i cui sentimenti ruotano intorno al desiderio di una stabilità professionale e affettiva che per entrambi sembra allontanarsi ogni giorno di più...

Indipendente e girato a basso costo interamente in digitale (sfatando così il tipico luogo comune in base al quale «per fare un bel film ci vogliono i soldi che hanno in America»), Cover Boy verrà proiettato in anteprima per Milano venerdì 28 marzo alle ore 20:30 al cinema Nuovo Orchidea in via Terraggio 3, alla presenza di Carmine Amoroso e Luca Lionello.
Un'ulteriore ottima occasione per riflettere sulle attuali condizioni sociali, culturali e psicologiche in cui vivono molti giovani in Italia e in Europa attraverso una pellicola che ha vinto numerosi premi internazionali e che è già stata ampiamente recensita da tutte le più importanti testate nostrane.
Cliccando qui potete accedere al sito ufficiale, e di seguito vi anticipiamo il trailer. Buona visione!


Claudio

7 Comments:

Blogger Alligatore said...

Come mai tutto questo interesse del cinema sul mondo dei precari? Non solo film indipendenti come questo e quello di Anna Negri, presentato al recente Sundance, ma anche film mainstream come quello di Virzì tra poco sul grande schermo? I precari fanno tendenza? Questo è un bene o un male? O forse è solo un'ulteriore sfruttamento? Quando "Generazione Mille Euro" al cinema?

01:59

 
Anonymous Anonimo said...

Io lo so che non sono solo anche quando sono solo... Io lo so...

13:23

 
Anonymous Anonimo said...

Aspettarsi che un film cambi qualcosa è utopico.
Gli unici a guadagnarci sono quelli che hanno preso soldi per girarlo.

15:43

 
Anonymous Anonimo said...

Scusate ma non sono d'accordo..
Quello del precariato è sempre stato un problema molto presente ma mai abbastanza evidenziato dai mass-media..
Questo film almeno espone il problema e costringe le persone a prendere atto che il problema esiste realmente e non è solo nella testa di alcuni..
Marco

21:49

 
Blogger anonimo said...

Forse ci può essere strategia di marketing in una scelta tematica come questa ma il cinema, come ogni forma d'arte, è in grado di arrivare alle masse e di sensibilizzare gli animi. Perciò ben venga il veicolo informativo culturale! Anzi, ne approfitto per segnalarvi uno spettacolo di una mia amica, l'attrice Teresa Saponangelo, che dal libro di Michela Murgia "Il mondo deve sapere" ha realizzato uno spettacolo dolce-amaro sul mondo del precariato (di cui faccio parte!) e in particolare sui call-center, che sarà in scena al Piccolo Eliseo di Roma a fine aprile. Sarà un'ulteriore occasione per riflettere sull'argomento!

14:41

 
Anonymous Anonimo said...

Possiamo fare o vedere tutti i film possibili sul precariato, sulla flessibilità, sulle frustrazioni morali nel mondo del lavoro, sulla discriminazione sociale direttamente proporzionale al titolo di studio....
ne parliamo, ce ne parlano.... ma non cambia nulla! Non frega a nessuno se ci sono i precari e se il capitale umano non ha alcun valore nella maggior parte delle aziende italiane! Diciamo la verità... ormai viviamo nel pessimismo nella tristezza e nel disorientamento.... E se hai voglia di fare, hai entusiasmo... l'Italia ti spegne!

22:18

 
Anonymous Anonimo said...

Ma a parte qualche precario chi lo andrà a vedere sto film?

21:47

 

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