Il blog della prima Community dei "Milleuristi & (S)Contenti"

21 settembre 2008

Shiatzu, che prezzi!

Non so se sia stato il cambio di temperatura o un movimento inopportuno in palestra, fatto sta che la scorsa settimana, di punto in bianco, ha iniziato a farmi un male assurdo la schiena. Siccome in ufficio (e a casa, tra Rossella e Alessio) sono circondato da persone che «piuttosto che ricorrere alla "medicina tradizionale" è meglio morire», mi sono lasciato convincere a tentare la strada della "terapie alternative" e, in particolare, dello Shiatsu, che ultimamente sembra essere quella più sulla cresta dell'onda.

Risultato: bei cojoni! 36 euro di media a seduta (con picchi di 50), con il sentito suggerimento di effettuarne almeno un ciclo da 6 - in offerta speciale a 160 euro! - per ottenere i migliori benefici.
A parte che sono abbastanza convinto che tutte le "terapie alternative" si basino prevalentemente sulla suggestione e che se una persona non ci crede non ci sono 160 euro che tengano per «ottenere i migliori benefici», ma la sensazione è che, ammesso e non concesso che 6 sedute di Shiatsu mi ripristinino miracolosamente le mie "terminazioni nervose", sarebbe sufficiente tirare fuori il Bancomat per pagare per mandarmele istantaneamente in tilt un'altra volta...

Che faccio? Mi tengo il dolore e mi imbottisco di farmaci self-service da banco, o 160 euro sono una spesa 'sostenibile' pur di «drenare le energie negative» in modo «totalmente naturale»? E soprattutto: è «naturale» spendere 160 euro per 6 massaggi?

Matteo

15 settembre 2008

L'azienda ideale? Un sogno...

Come tutti (immagino) i Milleuristi in cerca di un lavoro stabile-slash-migliore, sono iscritta alla newsletter di Monster.it, che ogni tanto mi invia alcuni annunci interessanti per posizioni aperte alle quali però - non si sa bene per quale motivo, visto che sono le stesse aziende a pubblicare quegli annunci - poi non segue mai la benché minima risposta al fatidico invio di CV con lettera di accompagnamento.
Qualche giorno fa, però, la newsletter di Monster segnalava l'invito a partecipare a un concorso sul tema "Quali sono il lavoro e l'azienda dei tuoi sogni?" con il link a una pagina di sondaggio e un altro a una pagina di regolamento. In sostanza, si tratta di rispondere a una serie di domande sulla propria esperienza professionale in corso un po' come in tutte le indagini di mercato, e in palio (ad estrazione) c'è anche la possibilità di vincere un lettore dvd. Niente di più impegnativo di 10 minuti di click, insomma.

Però, al di là del poco tempo richiesto per portare a termine l'operazione, ingenuamente mi è venuto da chiedermi se si tratti di una sorta di censimento fine a se stesso o se, come sarebbe forse molto più utile, i risultati raccolti verranno utilizzati per scopi che non siano semplicemente statistici.
Cioè: sarebbe utile capire come i lavoratori italiani sognano la loro azienda ideale per fare in modo che le aziende italiane ci si avvicinino non dico in toto ma almeno in parte, visto che l'accusa che viene mossa più spesso ai dipendenti è quella di saper soltanto lamentarsi senza essere capaci di proporre niente di costruttivo.
Ecco, non vorrei che - al contrario - fosse soltanto l'ennesimo tentativo di rimpolpare un database per fini commerciali, perché questo la mia "azienda ideale" non lo farebbe.

Rossella

05 settembre 2008

Professione: risparmio

Non finiremo mai di ripeterlo: denunciare le Pecore Nere è importante, ma segnalare le Mosche Bianche lo sta diventando sempre e ancora di più. Le condizioni negative della situazione in cui versiamo le conosciamo ormai bene; quello che adesso rappresenta - paradossalmente - l'autentico "sommerso" della nostra società sono i modelli positivi del «come uscirne» o, quantomeno, «come evitare di toccare il fondo (e iniziare a scavare)».

Un buon punto di riferimento è sicuramente il sito di Altroconsumo, che periodicamente fornisce indicazioni utili per risparmiare e, cosa non meno importante, evitare fregature. In particolare, proprio in questi giorni, sono state lanciate due iniziative decisamente interessanti.
Una si chiama Boicotta Il Carovita ed è una campagna di informazione mirata a combattere l'aumento dei prezzi su tutti i beni di più largo consumo: per il momento sono online le inchieste relative a tariffe dei cellulari, libri scolastici e medicinali, ma nelle prossime settimane verranno passati in rassegna anche supermercati, rc auto, benzina, gas etc.
L'altra si chiama My Product Selector, ed è un catalogo comparativo sia di prezzi che di test (effettuati da Altroconsumo) per poter valutare in modo dettagliato e specifico un prodotto prima di acquistarlo. Anche in questo caso il catalogo si amplierà oltre l'attuale offerta di telefoni, dvd recorder e televisori al plasma nelle prossime settimane.

Naturalmente non si tratta di una 'soluzione', ma di una strategia per affrontare con più consapevolezza le problematiche della crisi economica che stiamo vivendo - soprattutto noi Milleuristi - sicuramente sì...

Alessio


02 settembre 2008

Dove eravamo rimasti?

Bene (si fa per dire), rieccoci.
In realtà Alessio non si è mai mosso da Milano - quest'anno ha perfino bigiato il Meeting di Rimini senza spiegare esattamente se fosse in crisi mistica o semplicemente turistica -, mentre Rossella, Matteo e io ci siamo fatti una settimana low-cost a Valencia e un altro paio, ancora più low-cost, ciascuno a casa propria. Cioè dei propri genitori, ovviamente: non sia mai che poi ci tocca scomodare qualche insigne luminare economista proprio durante le ferie estive per fargli rimettere mano alle sue teorie sui «Bamboccioni»...

Anzi. Giusto per tirare benzina sul fuoco (o per far piovere sul bagnato), quest'estate ha tenuto banco sui media il caso - piuttosto bizzarro, per usare un eufemismo - del ragazzo di 36 anni laureato in Ingegneria che, non avendo ancora trovato «un lavoro confacente al suo titolo di studio», ha portato il padre in Tribunale per spillargli un assegno mensile di 2.000 euro più altri 57.000 euro di arretrati più un risarcimento di un milione per «disinteresse morale e materiale». L'operazione pare essersi risolta a sfavore del ragazzo con una disfatta su tutti i fronti, ma è servita quantomeno a risvegliare un po' i torpori critici annebbiati da pagine e pagine (e ore e ore) di gossip balneari.
In sostanza, che posizione si deve assumere - da Precari, e dunque da «siamo tutti sulla stessa barca» - di fronte a una situazione del genere? Essere solidali a prescindere perché sappiamo bene cosa significa non trovare «un lavoro confacente al proprio titolo di studio»? Essere solidali con riserva perché, in fondo, "ci ha provato", ma poteva almeno essere un tantino meno 'esuberante' nelle sue richieste per ovvie ragioni di ritegno? O, piuttosto, incazzarsi, e non per lui e per le sue richieste bensì perché questa (dei fancazzisti mantenuti) è sempre e comunque l'immagine di noi che passa attraverso televisioni e giornali?
Perché se per una storia di simile delirio ce ne sono 100 di impegno e intraprendenza si parla sempre, soltanto e comunque di quell'unica di simile delirio?

Insomma, forse è proprio vero: è inutile che ci affanniamo tanto.
Per quanto lontano possiamo andare - in vacanza o nella vita -, alla fine rimaniamo costantemente nello stesso punto.

Claudio