Il direttore del personale
Domani incontriamo il direttore del personale!
Sono tre mesi che gli stiamo dietro e, alla pima richiesta di colloquio, pare avesse risposto "Non ho mica tempo". E per cosa dovrebbe avere tempo, un direttore del personale, se non per incontrare il personale?
Beh, noi qui siamo tutti a progetto e lavoriamo tutti da dipendenti, oltretutto ci sono in arrivo carichi di lavoro in più che porteranno soldi in più all'azienda. Certo, lavori stimolanti, ma non per questo dobbiamo farci fregare. Chiediamo un piano di assunzioni, contratti più lunghi per chi rimane a progetto e incentivi economici.
Troppo? Troppo poco? Ma soprattutto come dobbiamo porci, questo è il difficile. Pensavamo, io e le mie colleghe, di spiegare bene la nostra situazione, la nostra crescita professionale e i nuovi progetti in arrivo. Poi di chiedere stabilizzazione, aumenti, riconoscimento della nostra professionalità. Tutte parole, certo... ma se questi ci dicono "Vi faremo sapere", è giusto dire che noi aspetteremo la loro risposta prima di inziiare i nuovi lavori (che dovrebbero cominciare tra 7 giorni)? O rischiamo troppo? Chi non risica bnon rosica, si dice... da una parte c'è chi vorrebbe iniziare per far vedere la 'buona volontà'. Ma mi dico: quale buona volontà! Loro sapevano da mesi dei nuovi carichi di lavoro e non ci han proposto nulla, ora se davvero voglion fare queste cose nuove - che a loro rendono soldi! - devono darci qualcosa, altrimenti noi rispetteremo i nostri co.co.pro. e non faremo nulla di più!!!
Oddio, com'è difficile questa situazione, chi mi dà un po' di consigli?!?
Rossella
12 Comments:
consigli? vai a dare il culo in stazione. Cosi' chiudete questa telenovelas che e' interessante come la 10.000a puntata di sentieri...
16:56
Non ho capito che senso avesse il commento anonimo, comunque io un consiglio ce l'ho: siate determinate! Perchè se tutto va a scatafascio è anche perchè troppi di noi continuano a porgere l'altra guancia e ad accettare piccoli ricatti
15:20
sono l'anonimo del primo commento. Caro Matteo, volevo dire che il mio consiglio e' quello di andare a fare markette. Si guadagna di piu'. Era anche un invito agli autori a chiudere questo blog. Ormai le vicissitudini degli immaginari 1000euristi dei post, sono ripetiti come un disco rotto. Allo stesso livello della 10.000a puntata di sentieri: na palla, sempre la stessa musica. E' ora di svoltar pagina, o forse gli autori del blog, nonche' autori del libro omonimo, continuano a propinarci la stessa minestra perche' da' visibilita' a loro e al libro?
20:33
Premetto che non capisco come si possa leggere e partecipare ad un blog che si trova noioso (basta un click e via verso nuove entusiasmanti avventure...), devo dire che i post mi sembrano un po' di maniera e poco sentiti, come se fossero scritti ad hoc per essere poi raccolti in un libro, per esempio...però riconosco il valore informativo che possono avere.
C'è da dire, comunque, che i lavoratori a mille euro sono fra quelli più fortunati perché la maggior parte dei giovani lavoratori arriva a malapena agli ottocento.
13:40
C'è una cosa che non capisco, anzi due.
La prima: come mai chi non è interessato a questo blog, come "anonimo", ci scrive? Non ha meglio da fare o altri siti da navigare?
La seconda: non credo che gli autori abbiano bisogno di visibilità, visto che da quel che ho capito (li ho scoprti da poco) di visibilità ne hanno avuta eccome. E non capisco perchè attaccarli: con il loro libro in Italia si è iniziato a parlare di questa generazione e dei nostri problemi. Se è poco...
19:29
il commento dell'ultimo anonimo fa veramente cadere la braccia. Restate pure qui a piangervi addosso, cari milleuristi. Andate a comprare il libro, e il prossimo di futura pubblicazione e affollate le librerie dove verra' presentato. Magari alla ricerca di un autografo o delle stretta di mano. Restate pure a farvi sfruttare a 1000euro al mese (che ora son 800). Tanto non meritate di meglio. Italiani, tutti a chiagne e fotte.
10:50
Prendete esempio da Max Cosmico (http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2007/06_Giugno/01/blues_precari_generazione_mille_euro.shtml), basta chinare la testa.
Sbattete le porte.
Lottate.
Se sperate di raggiungere i vostri obiettivi per "cooptazione", state freschi. Al massimo uno di voi, gli altri patiranno, un giorno si accorgerà di essere diventato una merda come il direttore del personale.
Il potere, e tutto il resto che compone la vita, non si chiede: si conquista.
Basta continuare a servire e strsciare. Alzatevi e combattete, mettetteli alle strette.
Per quello che vale, è solo un consiglio.
05:22
sono precaria, ho letto il libro e seguo il vostro blog.
vuoi un consiglio da precaria a preacaria?
con la buona volontà non si mangia.
non fare nulla per nulla, tanto loro ti fregano comunque
ciauuu
08:05
Secondo me se vi impuntate e non accettate i nuovi carichi di lavoro e' una bellissima cosa, un sacrosanto diritto.
Giusto cercare un confronto civile basato sul dialogo,
...ma....ci sara' qualcun altro(i colleghi furbetti) che lo fara' per voi e non vi rimarra niente!
Con gli ideali non si mangia, si dovrebbe ritornare agli anni caldi degli scioperi dove Tutti dovevano stare a casa furbetti compresei!
12:51
1000 euro... magari... io sto a 600 km dal mio paese... sono venuto qua, nella capitale, per lavorare... pago 400 euro d'affitto (bollette escluse) e mi pagano 35 euro al giorno (solo per i giorni lavorati) facendo un pò di conti sono 800 euro al mese solo nei mesi di 31 giorni e senza festività di mezzo... Insomma, io lavoro e loro "grandi aziende" guadagnano...
12:54
Cari ragazzi/e,
ho letto il vostro blog, e mi sembra assurdo che persone con professionalità qualificate come le vs vengano sfruttate.
Appartengo ad un'altra generazione, quando i neo-lareati potevano scegliere tra molte proposte di lavoro e già vent'anni fa guadagnavano un milione e cinquecentomila lire al mese.
Il mio consiglio: chi pensa di valere lo dimostri e si metta in proprio. Non rincorrete la nave per sfamarvi coi rifiuti che vengono gettati in mare, ma provate e volare più in alto ( anche il Gabbiano Jonathan Livingston fa parte della mia generazione). Chi sa di valere deve porre le condizioni e se l'azienda non ti vuole perdere, vedrai che scenderà a compromessi. Altrimenti, peggio per loro.
10:30
http://el-munix.blogspot.com/
21:50
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