Demagogia a tempo indeterminato
Due giorni fa, il Ministro dell'Economia Giulio Tremonti ha tuonato a sorpresa contro l'attuale configurazione del Mercato del Lavoro in Italia difendendo il valore del «Posto Fisso» rispetto ai rischi e agli spauracchi dell'«Incertezza». Scopertosi (insospettabilmente) sindacalista, Tremonti ha subito raccolto i più ampi consensi sia ai tradizionali tavoli di trattativa - uno su tutti, la CGIL - che agli occhi del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
Non la pensano come lui, invece, né Renato Brunetta né Confindustria né una certa parte della Sinistra. E noi con loro: non ha nessun senso, nel 2009 e dopo che da oltre 10 anni ci si lava la bocca con l'«importanza della flessibilità», continuare ancora a distinguere «Posto Fisso» da «Incertezza» come se:
a) «Incertezza» e «Flessibilità», sulla carta, fossero la stessa cosa (e non lo sono)
b) L'una condizione escludesse l'altra e non esistessero sfumature intermedie (un esempio su tutti, la «Flexicurity»)
c) Tutti i problemi che colpiscono il Mercato del Lavoro in Italia in questo momento iniziassero e finissero con la scelta tra «Posto Fisso» e «Incertezza».
Alla continuità tra Università e Lavoro, alla spendibilità dei titoli di studio, alla mancanza di meritocrazia e trasparenza nell'assegnazione dei posti disponibili, alla discontinuità temporale e formativa del proprio vissuto professionale, all'assenza di ammortizzatori sociali e all'impossibilità di esercitare la Libera Professione senza sottostare a vincoli medievali di casta e di Ordine chissà come mai, non ci pensa mai nessuno.
E' per questo che, indipendentemente da come uno la veda, si tratta soltanto di querelle del tutto fini a se stesse che servono soltanto ad allargare un consenso (nazional)popolare impugnando un paio di frasette demagogiche da titolo in prima pagina - cosa che, infatti, puntualmente accade - senza la minima volontà di far cambiare le cose, né in un senso né nell'altro.
Sarebbe forse più opportuno istituire un sistema che permetta a chiunque di sviluppare la propria "carriera" nel migliore dei modi, secondo le proprie competenze e le proprie aspirazioni, annullando le barriere economiche e politiche tra lavoratori di Serie A (quelli del «Posto Fisso») e lavoratori di Serie B (quelli dell'«Incertezza»).
E non è che ci voglia molto: basterebbe leggere questo post e ragionarci sopra 10 minuti...
Claudio