Il blog della prima Community dei "Milleuristi & (S)Contenti"

13 marzo 2009

Il 20% del primo passo

Io non ho votato questo Governo, ma mi sono sempre ripromesso che se avesse fatto qualcosa di buono in favore dei lavoratori precari e atipici sarei stato il primo a riconoscerlo.
Ed è notizia di oggi che il Consiglio dei Ministri ha varato un nuovo pacchetto di ammortizzatori sociali per coloro che, avendo un unico committente, passano da una collaborazione in co.co.pro. a uno stato di disoccupazione. Per loro è prevista un'indennità una tantum pari al 20% dell'ultima retribuzione annuale (prima era il 10%), in un intervallo che va dai 1.000 ai 2.600 euro.
Lasciando da parte ogni pregiudizio e ogni preconcetto, un ammortizzatore sociale che raddoppia il suo valore è pur sempre un ammortizzatore sociale che raddoppia il suo valore.

Certo: non è un rimedio e non è una soluzione. E' un palliativo temporaneo, il 20% di un primo passo che andava comunque compiuto.
Per questo, mi sembra disarmante che - soprattutto in un momento come questo - la Nidil, che negli ultimi 3 anni non ha fatto altro che pontificare sterili dottrine demagogiche e difendere i suoi precari come se fossero gli unici di "Serie A", non abbia di meglio da commentare che «Si tratta solo di un'elemosina insufficiente».
E' ovvio che per i precari serve molto di più un sistema del lavoro meritocratico, trasparente, dove la formazione scolastica e (soprattutto) universitaria costituisce un titolo spendibile nella ricerca di un impiego e dove esiste la possibilità di passare dalla "gavetta" alla "carriera" come è successo per tutte le generazioni precedenti alla nostra. E' ovvio che erogare una indennità una tantum del 20% dell'ultima retribuzione annuale all'interno di un range compreso tra i 1.000 e i 2.600 euro significa che solo pochi fortunati otterranno 2.600 euro, mentre tutti gli altri ne otterranno 1.000 e molti altri ancora non avranno diritto a ottenere neanche quelli. E' ovvio che se si combattesse una volta per tutte l'evasione fiscale forse ci sarebbero soldi a sufficienza per varare ammortizzatori sociali per i prossimi 30 anni...
E allora? Ciò significa che finché non può realizzarsi tutto non deve realizzarsi niente?

Claudio

11 marzo 2009

Censimento Pentimento

Ho appena finito di leggere questo post sul blog della Rete Nazionale Ricercatori Precari, e confrontandolo con questo articolo sul sito di RaiNews24 mi rendo conto innanzitutto che io su Brunetta continuo a non sapere che cosa pensare: è davvero "il difensore degli onesti" o è davvero "un ipocrita par@ç#£o"?
Provo a ripercorrere le fasi salienti della sua odierna partecipazione a Matrix - peraltro, complimenti a chi gli gestisce il blog, se non altro dimostra di conoscere minimamente il linguaggio del web 2.0 - e non c'è verso di chiarirmi le idee: tanta (troppa) demagogia, tante (troppe) promesse di chissà quale rivoluzione, e poi guardiamoci intorno... Sono esattamente 10 mesi che è in carica e continua a lanciare anatemi contro fannulloni e burocrati, ma non mi sembra che sia poi cambiato granché.

Ciò su cui credo di avere le idee un po' più lucide, invece, è il progetto di Censimento dei Precari. Che sostengo a pieno titolo, ma dove trovo che talvolta ci sia ipocrisia non soltanto da parte delle Istituzioni, ma anche da parte di noi stessi Precari, che prima rivendichiamo il diritto a essere "contati" per essere (forse) "tutelati", ma che nel momento in cui poi ci viene data l'opportunità di metterci la faccia - chissà perché - ci tiriamo spesso indietro e anzi: ci lamentiamo se gli altri non si fanno "contare" anche al posto nostro. Come succedeva a scuola quando si bigiava.
In fondo, non serve che ad attivare il Censimento sia necessariamente un Ministro: per esempio, il sito Anagrafe Precari lo ha lanciato già da anni, eppure gli iscritti sono la miseria di 1.645, a fronte di una stima di oltre 3 milioni e mezzo. Com'è possibile?
Ecco, io penso che il Censimento dei Precari sia un po' come gli scioperi: basta che si tiri indietro anche soltanto una sola persona per annullarne completamente l'utilità. E c'è poco da nascondersi (in tutti i sensi): di Precari che non hanno nessuna intenzione di essere registrati e monitorati ce ne sono a decine, a centinaia, forse a migliaia.

Quindi, purtroppo, abbiamo voglia a pretendere che il Ministro Brunetta non faccia di tutta l'erba un fascio: forse, invece, per assurdo sarebbe meglio cominciare a provare a diventare davvero "di tutta l'erba un fascio"...

Rossella