Il 20% del primo passo
Io non ho votato questo Governo, ma mi sono sempre ripromesso che se avesse fatto qualcosa di buono in favore dei lavoratori precari e atipici sarei stato il primo a riconoscerlo.
Ed è notizia di oggi che il Consiglio dei Ministri ha varato un nuovo pacchetto di ammortizzatori sociali per coloro che, avendo un unico committente, passano da una collaborazione in co.co.pro. a uno stato di disoccupazione. Per loro è prevista un'indennità una tantum pari al 20% dell'ultima retribuzione annuale (prima era il 10%), in un intervallo che va dai 1.000 ai 2.600 euro.
Lasciando da parte ogni pregiudizio e ogni preconcetto, un ammortizzatore sociale che raddoppia il suo valore è pur sempre un ammortizzatore sociale che raddoppia il suo valore.
Certo: non è un rimedio e non è una soluzione. E' un palliativo temporaneo, il 20% di un primo passo che andava comunque compiuto.
Per questo, mi sembra disarmante che - soprattutto in un momento come questo - la Nidil, che negli ultimi 3 anni non ha fatto altro che pontificare sterili dottrine demagogiche e difendere i suoi precari come se fossero gli unici di "Serie A", non abbia di meglio da commentare che «Si tratta solo di un'elemosina insufficiente».
E' ovvio che per i precari serve molto di più un sistema del lavoro meritocratico, trasparente, dove la formazione scolastica e (soprattutto) universitaria costituisce un titolo spendibile nella ricerca di un impiego e dove esiste la possibilità di passare dalla "gavetta" alla "carriera" come è successo per tutte le generazioni precedenti alla nostra. E' ovvio che erogare una indennità una tantum del 20% dell'ultima retribuzione annuale all'interno di un range compreso tra i 1.000 e i 2.600 euro significa che solo pochi fortunati otterranno 2.600 euro, mentre tutti gli altri ne otterranno 1.000 e molti altri ancora non avranno diritto a ottenere neanche quelli. E' ovvio che se si combattesse una volta per tutte l'evasione fiscale forse ci sarebbero soldi a sufficienza per varare ammortizzatori sociali per i prossimi 30 anni...
E allora? Ciò significa che finché non può realizzarsi tutto non deve realizzarsi niente?
Claudio