Il blog della prima Community dei "Milleuristi & (S)Contenti"

29 ottobre 2007

Il Nero in fondo al tunnel

E menomale che - a sentir vantarsi i politici di entrambi gli schieramenti negli ultimi 4/5 anni - il Lavoro Nero in Italia era un problema finalmente arginato grazie al prezioso contributo della Legge 30!
Una inchiesta pubblicata oggi da Repubblica rivela, invece, che al di sotto della crosta di propaganda la realtà è, come sempre, ben diversa: l'Italia, infatti, è il Paese dell'Europa Occidentale con il più alto tasso di occupazione illegale, il 7%, contro l'1% di Inghilterra, Francia e Germania. Di poco sotto anche a quello di molti Paesi dell'Est (Bulgaria, Polonia e Lituania sono all'11%, per fare un confronto)...
Pensate: perfino in Slovenia e Repubblica Ceca c'è una diffusione del lavoro legale più elevata rispetto all'Italia!

Cito testualmente l'articolo:
Il lavoro nero risulta più frequente tra i disoccupati, gli studenti e i lavoratori autonomi, compresi i professionisti. Ed è più diffuso tra gli uomini. Il 6% della popolazione maschile riconosce infatti di aver svolto lavoro irregolare negli ultimi 12 mesi, mentre in quella femminile la percentuale si attesta al 3%. E almeno i due terzi (62%) dei datori sono uomini.
Rischi? nessuno. Il dato più allarmante è che la percezione del rischio di essere scoperti non risulta particolarmente elevata: sono infatti quei lavoratori che si sentono sicuri di non essere scoperti, ad accettare lavori irregolari.

La morale della favola, ovviamente, è sempre la stessa: "E poi siamo noi che non sappiamo fare altro che lamentarci...".
Dovrebbero darci una Laurea ad Honorem in Preveggenza, altro che in Malafede...

Alessio

26 ottobre 2007

Portinai per un giorno

Non si finisce mai di imparare.
Una mia ex compagna del Liceo, che adesso fa la Bibliotecaria a Bologna, mi ha chiamato per raccontarmi una storia che avrebbe dell'incredibile se non fossimo in Italia dove, invece, è all'ordine del giorno.
Dunque: lei ha un contratto a tempo indeterminato (da 1000 euro al mese, a riprova che cambia il pezzo di carta ma non la cifra che è indicata sopra) come Bibliotecaria di un Dipartimento dell'Università. Qualche giorno fa, i suoi Direttori hanno deciso di tagliare i fondi erogati per il servizio di Vigilanza che si occupa dell'apertura diurna e della chiusura serale del Dipartimento (2500 euro all'anno) costringendo i Bibliotecari a sostituirsi, pertanto, al servizio di Vigilanza. Facendo i turni - era già stato compilato uno schema fino a settembre 2008 all'insaputa di tutti! - e tirando dentro indistintamente anche gli impiegati dell'Amministrazione. Tutti costretti a diventare "Portinai per un giorno" all'incirca una volta al mese.

La cosa più assurda è che un sindacalista della CGIL ha detto che effettivamente esiste una opzione in base alla quale un lavoratore addetto ad una determinata mansione può anche svolgerne una di più bassa qualifica a patto che questo costituisca un'eccezione non sistematica, non programmata, non preponderante e dettata da condizioni di emergenza, e trovi comunque consenziente il lavoratore in causa.
Al che ho pensato: varrà anche per i contratti a tempo determinato e a progetto?
Sinceramente non ne sapevo niente e sarà mia premura informarmi in merito, ma penso a quanti Precari Milleuristi vengono sfruttati dalle aziende che li costringono a svolgere attività decisamente più degradanti del loro effettivo ruolo senza copertura sindacale e senza che sia verificata anche solo una delle condizioni di cui sopra.
Cioè: io lavoro in MRW come Junior Account. Domani a qualcuno dei miei capi viene in mente di dirmi che potrà capitare che per i prossimi 6 mesi dovrò svuotare il magazzino o fare il centralinista un'ora al giorno perché vogliono tagliare i fondi e, naturalmente, a me la cosa non sconfinfera nemmeno di striscio. A quel punto cosa succede? Posso appellarmi anche io alle clausole di non programmaticità, emergenza e consenso o mi tocca imboccare direttamente la porta e richiudermela alle spalle?

Claudio

21 ottobre 2007

Un'Italia a due piazze

Giuro che non ci capisco più niente.
Prima centinaia di migliaia di persone scendono in piazza per il V-Day a manifestare contro la politica e i politici, poi 3 milioni e mezzo di persone vanno a votare per le Primarie del PD per sottoscrivere la massima continuità possibile tra questa politica e questi politici e quelli deputati a prenderne il posto.
Prima il referendum sul Protocollo Welfare vede la vittoria del SI con l'81% dei voti, poi scendono in piazza in un milione per protestare contro questo Protocollo.
Come dovremmo leggere letti questi dati? Come una serie di incongruenze dettate da aderenze ad entusiasmi di circostanza (ovvero: chi è andato al V-Day poi è andato anche a votare alle Primarie del PD e chi ha votato SI al referendum poi è andato anche a manifestare sabato scorso) o come un tessuto sociale estremamente eterogeneo e frammentario dove, in realtà, manca un vero e proprio "fronte collettivo unico" di fronte alle battaglie prioritarie da combattere per il bene comune?

Fossi in Prodi, sinceramente, anche io comincerei a vederci doppio, soprattutto calandomi nella sua concezione di Politica come "sistema di provvedimenti mirati a non scontentare nessuno". Certo è che, in entrambi i casi, sembrano esistere due piazze e due misure, e capire quale sia quella da ascoltare - i partecipanti al V-Day o gli elettori delle Primarie del PD?, chi ha votato SI al referendum o chi ha manifestato contro? - è quasi un rompicapo da "Settimana Enigmistica".
Nel dubbio, l'ipotesi più verosimile è che non ne verrà ascoltata nessuna.
Esistesse questo genere di scommesse alla Snai, quasi quasi ci punterei 1 euro...

Claudio

14 ottobre 2007

Domenica d'ottone

Se mi avessero detto che l'affluenza alle Primarie del PD oggi era stata di oltre 3 milioni senza avere niente sottomano per verificare la notizia non ci avrei mai creduto, giuro. Specie dopo che, nell'ultimo mese, non si era fatto altro che parlare della «pericolosa avanzata del fronte antipolitico»: ma di quale «fronte antipolitico» si parla, se poi per decidere chi è meglio tra Veltroni e Rosy Bindi - per giunta pagando - si mettono in moto oltre 3 milioni di persone?
A questo punto, o il virus del V-Day non era così contagioso o c'è chi ne è guarito più in fretta del previsto (e parlo anche per esperienza personale, visto che mia madre e la sua compagna erano a Bologna l'8 settembre e alle urne questa mattina - segue telefonata omicida della serie «Bella coerenza!» e sveglia all'intero quartiere alle 9 e mezza con urla da commando americano della sottoscritta... -).

Di noi 4 non è andato a votare nessuno. E non per ignavia o agnosticismo, ma semplicemente perché non ci riconosciamo nell'ennesimo progetto politico creato a tavolino con le solite facce per spartirsi le solite poltrone sbandierando le solite promesse. Che, nel migliore dei casi, cominceranno ad essere mantenute fra oltre 3 anni (cioè alla fine del mandato di Prodi e, soprattutto, se il centrosinistra vince nuovamente le elezioni): e nel frattempo? Visto che il PD ha rinnovato tutti gli obiettivi della campagna preelettorale del 2006 - dichiarando implicitamente che non ne era stato evidentemente raggiunto nessuno -, passiamo altri 3 anni a vedere un Governo che si gira i pollici mentre nelle retrovie scalpitano i "nuovi" puledri pronti a prendere il via per regalarci finalmente quello che nessun altro ci sta dando?

Bah.
Certo è che 3 milioni di elettori per delle primarie fondamentalmente inutile se non per contarsi sono davvero tanti. Il punto è che non mi sembra tutto oro quello che luccica.
Sarà ottone anche stavolta?

Rossella

10 ottobre 2007

Di "terra terra" bella uguale non ce n'è

E avanti così: di assurdità in assurdità, di male in peggio.
Parlo del Referendum sul Protocollo Welfare, ovviamente. Organizzato come una lotteria da sagra del cappone - e poi si lamentano dell'emergenza brogli? - in un clima di "tutti contro tutti" e "nessuno a favore di qualcuno" e, tanto per cambiare, con l'alternativa tra il non avere niente (votando NO) e l'avere poco venendo presi per i fondelli (votando SI).
Io stesso, sinceramente, sono rimasto indeciso fino all'ultimo...
Le proposte del Protocollo mi sembrano francamente risibili, calcolando che c'è voluto un anno e mezzo per formalizzarle e che, di fatto, toccano soltanto aspetti parziali ed isolati dell'intero problema e si concentrano soprattutto sulle Pensioni anziché sull'impiego dei Giovani.
Ma d'altro canto, il NO è quasi esclusivamente un voto di protesta che non si accompagna a nessuna costruttività e a nessuna proposta concreta, e che riporterebbe nuovamente a zero il contatore dei risultati prodotti da questo Governo in materia.
Così ho votato SI: meglio poco - quasi niente - ma subito anziché lo stesso - con qualche modifica - chissà quando. Da qualche parte bisogna pur cominciare. La situazione è talmente tragica e disperante che non si può più rimandare niente a data da destinarsi, fermo restando che tutta questa discussione sul Welfare andava sviluppata UN ANNO FA e non oggi.
Ma in Italia non ci si smentisce mai, in fondo.
E' proprio vero: di "terra terra" bella uguale non ce n'è...

Alessio

08 ottobre 2007

Chi la fa l'aspetti

Aggiungo solo due cose a quello che ha già scritto Rossella a proposito di Padoa Schioppa e dei suoi "Bamboccioni"...

1. Se è un "Bamboccione" un ragazzo che a 30 anni vive ancora a spese dei genitori, cos'è un uomo che a 67 vive ancora a spese di un intero paese?

2. Perché il Ministro non ha calcolato il contributo da versare ai giovani per incentivarli a trovare un alloggio in affitto sulla base di quelli che ha elargito lui ai suoi figli, per farli andare fuori di casa?

Possibile che con questo Governo l'unica alternativa al non avere niente sia l'essere presi per il culo?

Claudio

04 ottobre 2007

"Bamboccioni" si nasce o si diventa?

Tommaso Padoa-Schioppa ha 67 anni. Da uno e mezzo è il giovanissimo Ministro dell'Economia e delle Finanze del rivoluzionario Governo Prodi e, forse per la sua indole così innovativa e sperimentale, non sta granché simpatico quasi a nessuno (un po' come i cantanti che non vendono un disco e si lamentano che "non sono stati capiti", per intenderci).
Da oggi, probabilmente, starà un tantino meno simpatico anche ai suoi quasi-coetanei 25/35enni precari che vivono ancora con mamma e papà perché il mercato - sia quello del Lavoro che quello Immobiliare - non concede loro nessuna alternativa. I "Bamboccioni", come li ha molto gentilmente etichettati lui, giovanissimo Ministro dell'Economia 67enne, per i quali la prossima Finanziaria dovrebbe prevedere sostanziali agevolazioni nella ricerca di un alloggio in affitto.
Intuizione importante, ci mancherebbe. Solo, perché affrontarla - oltre che con un anno di ritardo - con questo superfluo sarcasmo nazionalpopolare da Processo del Lunedì?
Cosa succederebbe se ogni rappresentante di una istituzione Ministeriale si rivolgesse con analogo spirito alle categorie delle quali è preposto allo sviluppo? Non so, una roba tipo "I caproni" detta dal Ministro dell'Istruzione a proposito degli insegnanti, "Le lumache" detta dal Ministro delle Infrastrutture all'indirizzo dei trasporti pubblici o "I macellai" detta dal Ministro della Sanità riferendosi ai medici?

E poi, insomma: non tutti hanno il papà amministratore delegato delle Generali Assicurazioni che può tranquillamente agevolare (o tutelare) un trasferimento del figlio al MIT di Boston anziché tenerselo tra i piedi anche dopo la Laurea...
"Bamboccioni", purtroppo, non si nasce. Bisogna farsene una colpa?

Rossella

01 ottobre 2007

Tesoro, mi è scoppiato il computer

Ci mancava solo questa...
Torno a casa alle otto e un quarto dopo aver bruciato la 'solita' ora e mezza di straordinari rigorosamente non pagati, mi faccio la doccia, mi cucino una busta di pollo e patate surgelati (tempo di cottura: 7 minuti, tempo di cena: 3 minuti, tempo totale: 10 minuti), chiamo Giulia e Veronica per sapere cos'hanno fatto nel weekend mentre io me ne stavo a letto a combattere con l'influenza, nonostante tutto ho quasi voglia di mettermi a studiare per l'esame fuori sessione di Interaction Design che ci sarà fra 3 settimane, accendo il mio adorato Macintosh e... Amen: più morto di me!
Nessuno-nessunissimo segnale di vita. Zero. Defunto all'improvviso senza neppure esalare l'ultimo respiro.
E adesso vaffanculo. A parte che avevo dentro tutti i miei documenti, i miei mp3 e i miei progetti dell'Università che spero tanto che qualche genio dell'informatica sappia come recuperare, ma devo assolutamente ricomprarmelo il prima possibile - di scroccare i computer di Claudio, Rossella e Alessio non se ne parla: loro devono lavorarci, e poi i programmi che mi servono ce li ho solo in versione Mac e non saprei proprio a chi chiederli in versione Pc - altrimenti mi sentirò irrimediabilmente isolato...

Ora: in teoria potrei approfittare dell'incentivo di 200 €uro erogato a partire dallo scorso giugno dal Ministero dell'Economia con l'iniziativa "Un Pc per i Co.co.co.", se non fosse che il contributo è strettamente riservato ai lavoratori temporanei con meno di 25 anni e che soltanto a fine novembre, valutati i fondi rimasti, si saprà se l'offerta verrà estesa per un mese (visto che scade il 31 dicembre) anche a chi ha più di 25 anni.
Ma cazzo! Cosa significa mettere un limite di età a 25 anni, quando ci sono 3 milioni di Co.co.co. che ne hanno fra i 25 e i 35? Tanto per cambiare, se non ci fosse da piangere verrebbe quasi da ridere...
Rossella mi sta facendo strani segni dai quali intuisco che il tempo a mia disposizione per scrivere questo sfogo è terminato. Adesso non mi resta che spostarmi nella mia camera, chiamare i miei e chiedere l'ennesimo finanziamento a perdere. Sempre che, nel frattempo, anche loro non abbiano deciso di tagliarmi i fondi soltanto perché ho superato i 25 anni...

Matteo