Il blog della prima Community dei "Milleuristi & (S)Contenti"

30 gennaio 2007

Malati 2 volte

Ettipareva! Basta che qualcuno cominci a parlare di influenza sui giornali o in televisione che automaticamente è pacifico che me la prendo psicosomatica...
Oggi per fortuna sto un po' meglio (la febbre mi è scesa dai 39° di ieri a un confortante 37,8° e non ho più giramenti di testa, nausea e diarrea, tant'è che riesco anche a stare al computer per vedere cosa mi sono persa in questi 3 giorni a letto), ma come al solito le mie difese immunitarie si sono rivelate del tutto inadeguate a fronteggiare la benché minima "emergenza-virus".
Temo che sia per lo shock che m'è venuto sabato quando sono entrata in Farmacia per prendere dei banali medicinali da banco con cui curarmi i primi sintomi: uno spray alla propoli per il mal di gola, l'irrinunciabile Paracetamolo e una confezione di astringente per... va beh, ci siamo capiti... di astringente intestinale, insomma, mi sono costati complessivamente 19 euro e 90!!! Oltre all'influenza psicosomatica mi è praticamente venuto anche un mezzo infarto.
Già, perché noi Milleuristi non possiamo proprio permetterci di ammalarci, visto che appena mettiamo piede dal dottore o in Farmacia la situazione, anziché migliorare, peggiora o collassa definitivamente...
Anche la storia della vendita dei medicinali nei supermercati che fine ha fatto? Sembrava la rivoluzione del Millennio, ma qui a Milano non mi è ancora capitato di vederne nessuno che si sia attrezzato: so che in molte città dell'Emilia la cosa è già attiva da mesi e con prezzi davvero sensibilmente più bassi, ma nel resto d'Italia cosa stanno aspettando? Che arrivino direttamente le medicine cinesi a risolvere la situazione?
Rossella

26 gennaio 2007

"Manchi ad una mano..."?

Oggi per poco non ci scappava il morto. D'accordo: stavo navigando su alcuni siti porno in ufficio, ma ero in pausa pranzo e la mia ora d'aria sarò ben libero di gestirmela come meglio credo, no? Fatto sta che mi ha visto il responsabile dell'Ufficio Relazioni Esterne, tale PierPaolo (detto "il Pierpy" dai suoi amichetti di happy hour e after hour), e mi ha apostrofato acidamente "Voi precari tutti segaioli, eh? Certo: mica potete permettervela, la ragazza... Al massimo potete permettervi giusto un'aggiustatina al rubinetto ogni tanto, vero?", facendosi una grassa risata.
Primo, io con questo tipo avrò parlato sì e no 3 volte da quando sono arrivato qui - intendo dire da quando ci sono arrivato la prima volta, non da quando sono tornato da Barcellona - e per cominciare non tollero che uno sconosciuto mi prenda per il culo su argomenti del genere. Secondo, "il Pierpy" guadagna 4500 euro netti al mese per leggere la Gazzetta e farsi il Fantacalcio al telefono con gli amici. Terzo, è di una bruttezza e di un'antipatia rivoltanti e se non è lui che attacca la pezza nessuno se lo fila di striscio. Quarto, non ha nessun potere su di me. Quindi, mettendo insieme tutte queste cose, gli ho risposto piccato: "Sempre meglio che potersela permettere e non trovare di meglio che i travoni in tangenziale!".
A quel punto gli si sono iniettati di sangue gli occhi, mi è venuto vicino e mi ha afferrato il colletto della camicia minacciandomi come un bambino delle elementari di pestarmi a sangue se mi fossi azzardato a dire un'altra volta una cosa del genere. Il che, ovviamente, significa che era vera.
Io l'ho mandato a cagare, e lui mi ha sbattuto la testa contro il muro. Fortuna che poi gli è suonato il cellulare e se n'è andato, perché se davvero voleva la rissa lo avrei accontentato volentieri, dopo 2 anni di palestra con Matteo!

Però, cazzo, è vero: non mi era mai capitato di stare da solo per così tanto tempo.
Di Eleonora non ho più notizie da mesi (l'ultima volta mi ha mandato un sms per annunciarmi che forse si sarebbe sposata con quel damerino spagnolo), con Stefania non abbiamo mai avuto niente da dirci né prima né dopo "quella famosa notte", Angelica è incasinata col lavoro e continua a promettere che verrà a trovarmi a Milano ma non lo fa mai. E io ragazze nuove non ne ho conosciute. Buttarmi sulle chat mi deprime, le amiche di Matteo sono tutte aspiranti Veline e quelle di Rossella mi sembrano sempre problematiche da morire...
Ma forse, la cosa peggiore è che prima di oggi non me n'ero mai neppure accorto che le cose ultimamente stessero in questo modo.
Claudio

22 gennaio 2007

A Sud del mondo

Poco fa mi ha telefonato Donata, una mia ex compagna di Università di Messina che, per una serie di motivi personali, non ha potuto terminare gli studi qui a Milano ed è dovuta tornare in Sicilia.
La voglia di sbattersi e lavorare non le è mai mancata: diploma di ragioneria, qualifica di 'addetta segretaria d'azienda', avendo dovuto rinunciare a laurearsi ha sempre cercato di fare esperienza direttamente 'sul campo' (che spesso vale molto più di 5 anni sui libri) bussando a tutte le porte possibili, compresa quella dell'U.R.P.
Oggi mi ha raccontato che ha 'finalmente' - le virgolette sono d'obbligo - trovato un 'lavoro' - anche qui le virgolette sono d'obbligo - come segretaria in una azienda agricola con uno stipendio di 5 euro all'ora in nero per 5 ore di lavoro al giorno. Totale stipendio mensile: 500 euro. In nero. "Di meglio", mi ha detto, "non si trova: ho portato il Curriculum personalmente a tutti gli uffici che conoscevo e anche a quelli che non conoscevo, e c'era sempre qualcosa che non andava: ero troppo giovane, ero troppo 'vecchia' (a 27 anni?!?), non ero laureata, avevo poca formazione e via di seguito. E anche chi mi proponeva un impiego, era sempre in nero e per giunta mai sopra i 500 euro al mese: mi spieghi tu a chi ci si può rivolgere in condizioni simili?".

Mi piacerebbe saperlo. Non ci avevano per caso fatto credere che la Legge 30 sarebbe (o addirittura era) stata risolutiva nell'arginare il problema del lavoro in nero? A me sembra invece che non solo questo non è successo, ma c'è il rischio che la situazione al Sud precipiti del tutto, ancora più che al Nord - dove è comunque critica - se non affrontata d'urgenza.
Già, d'urgenza. Vallo a dire a chi continua a prometterci che "I conti si faranno tra 5 anni" come saremo ridotti tra 5 anni...
Sarà tutto un grande Sud. Il Sud del mondo.
Claudio

17 gennaio 2007

La compagnia delle In(vi)die

Stamattina ho risentito, dopo più di un anno che non ne avevo notizia, Lorena, mia ex compagna di Università che si era laureata il mio stesso giorno e con il mio stesso voto, 110. Poi, un anno a cercare insieme collaborazioni sui giornali mandando Curriculum e articoli di prova, facendo le notti a parlare del presente e del futuro, chiedendoci dove sbagliavamo se "fare il giornalista è il sogno di tutte le persone" e noi, in questo sogno, beccavamo 600 euro al mese quando ci andava di culo.
Dopodiché io ho mollato e mi sono chiuso in un ufficio delle Poste, mentre lei ha continuato a provarci.
Le è andata bene: "Ciao Ale, ho una favolosa notizia da darti! Pensa, mi hanno chiamato a fare l'autrice di un programma in prima serata che andrà in onda a maggio sulla Rai... Ti rendi conto? E senza che io abbia mosso un dito: il direttore di produzione ha letto un mio articolo su Trinity Flag e si è fatto dare il mio numero dalla redazione... In pratica firmo il contratto dopodomani! Ma forse non dovrei parlartene, scommetto che stai morendo dall'invidia... Tu sempre alle Poste, infatti, vero?".
Eccola, la parolina magica che divide il mondo degli arrivati da quello degli sfigati: invidia. Possibile che la gente non sappia più apprezzare e raccontare la bellezza delle proprie esperienze senza appellarsi a questo congenito senso di superiorità? Perché mai dovrei invidiare una persona a cui sono affezionato? Casomai sarò contento per lei! Perché dovrei volere ciò che ha lei al punto da invidiarla, se io con quel mondo ho chiuso per mia libera scelta già da anni?
Penso che ormai la maggior parte delle persone abbia un'idea dei rapporti umani un po' deformata, e non riesca più ad astrarsi dai comportamenti tipici degli ambienti che frequenta nemmeno nelle piccole cose di tutti i giorni.
Peccato, avrei preferito che Lorena mi avesse chiamato per festeggiare insieme, piuttosto che per farmi notare che razza di poveraccio sono adesso ai suoi occhi...
Alessio

15 gennaio 2007

Le faremo sapere

Lavorare in un ufficio del personale è una vera e propria lezione di vita.
Innanzitutto per i protocolli che ti mettono in testa su come devi porti nei confronti delle persone che vengono a sostenere i colloqui (non troppo compiacente ma nemmeno troppo severa, non troppo espansiva ma nemmeno troppo lapidaria, e l'immancabile "Grazie! Le faremo sapere" col sorriso sulle labbra), poi per la diversità delle tipologie di persone che si conoscono, direttamente o indirettamente, attraverso incontri e Curriculum.
Certe volte, è vero, si trovano ragazzi che sembrano capitati lì per caso e che hanno le idee tutt'altro che chiare ("I miei genitori mi hanno detto di trovarmi un lavoro ma sinceramente io volevo fare il calciatore, quindi non so bene di cosa si occupa la vostra azienda..."), altre volte, invece, trovi gente supermotivata e già con un casino di esperienze alle spalle, e sinceramente mi piange il cuore a non potergli offrire altro che stage o co.co.pro. di 3 mesi... Ma il fatto è che sono in stage anche io! Quando sento ragazzi di 30 anni che mi dicono "Al di sotto dei 1000 euro netti al mese non accetto niente: sono 5 anni che faccio solo degli stage e dei co.co.pro., ormai ho già dato...", come faccio a fargli cambiare idea - come vogliono da me i miei capi -, visto che so esattamente al millimetro cosa prova e la penso nello stesso identico modo?
Mi sento un gatto che si morde la coda. Ho l'impressione che quando uscirò di qui sarò ancora più confusa e scettica sul fatto che se non interviene di peso (e dico DI PESO) il Governo la situazione possa mai realmente cambiare soltanto con le nostre forze...
Rossella

10 gennaio 2007

Chi (ri)cerca perde

Un rapporto della Cgil ha reso noto che, in Italia, ricercatori e scienziati se la passano quasi peggio degli operatori dei call center: uno su 3, infatti, guadagna meno di 800 euro al mese. Quasi contemporaneamente, i media hanno battuto la notizia della scoperta - da parte di una equipe di medici dell'Università di Harvard e dell'Istituto di Medicina dell'Università di Wake Forest - di cellule staminali nel liquido amniotico. E quasi contemporaneamente, l'inchiesta dell'Espresso ha denunciato che il Policlinico Umberto I di Roma versa in condizioni peggiori di un porcile mentre il direttore generale si è aumentato lo stipendio annuo del 30% (rispetto ai 200mila euro che prendeva prima), dichiarando - e questo ai microfoni di Striscia La Notizia - che per la qualità del suo lavoro quei 60 mila euro in più sono perfettamente meritati.
Già, è questo il concetto di meritocrazia su cui è tarata l'Italia: 60mila euro in più a se stessi per aver diretto un ospedale ridotto come un letamaio del Terzo Mondo.
Ed è questo il modo con cui in Italia si distribuisce il denaro (che non è vero che non c'è, è che viene distribuito più o meno equamente tra i soliti noti papponi per il loro magna-magna selvaggio): 260mila euro all'anno per il direttore di una cloaca indiana, meno di 800 euro per ricercatori e scienziati.

E poi si lamentano della "fuga di cervelli"... Ma perché non cacciano via a pedate i coglioni, invece di lamentarsi che se ne vanno i cervelli ?!?
Alessio

04 gennaio 2007

La prescelta

E' bello sapere di vivere in un Paese in cui quando trovi uno straccio di lavoro minimamente interessante non è perché te lo meriti ma perché "Oggi è davvero il tuo giorno fortunato! La persona che era destinata a quel posto ha rinunciato all'ultimo momento e per sostituirla ci sei rimasta solamente tu!" - testuali parole dell'impiegata dell'ennesimo ufficio interinale che mi ha contattato durante le ultime due settimane -.
Però stavolta devo ammetterlo: l'offerta è abbastanza interessante. Divertente, quantomeno. Si tratterebbe di fare uno stage di 3 mesi alle Risorse Umane di una web agency: nessun contratto, solo un rimborso spese di 500 euro lordi al mese a fronte di un impegno di 24 ore alla settimana che, in ogni caso, mi permetterebbero poi di fare altro per arrotondare.
Lavorare alle Risorse Umane di un'agenzia web potrebbe essere un'esperienza davvero interessante per conoscere meglio 'l'altra faccia della medaglia' e avere a che fare con contratti e assunzioni direttamente dal cuore del problema... Sono veramente curiosa di scoprire come giustifica un'azienda il fatto di non assumere mai nessuno, di cercare solo manovalanza da schiavizzare e di puntare al massimo rendimento col minimo sforzo. Sicuramente potrei uscirne ancora più consapevole sul problema Precariato di quanto non lo sono adesso.
Devo dare conferma entro domani alle 18 per iniziare lunedì alle 9: io quasi quasi ci sto, anche se con gli stage a rimborso spese siamo sempre da quel pero e da quel melo... Ma intanto cos'avrei da perdere?
Rossella

03 gennaio 2007

Natale a rovescio

Lo so: sembra quasi il titolo per il prossimo cinepanettone di Neri Parenti, dopo "Natale a Miami" e "Natale a New York". Invece è esattamente quello che ho pensato durante queste vacanze, che tutto sono state tranne che 'serene' come notoriamente vorrebbe il protocollo buonista di circostanza: Saddam condannato a morte e impiccato, Welby privato dei funerali religiosi, bambini abbandonati sui confani delle auto, case saltate in aria per omissione di soccorso, fondi pubblici sottratti alle scuole pubbliche per essere dirottati sulle scuole private e chi più ne aveva più ne ha messo...
Boh, sembra quasi che l'unico spiraglio rimasto per rovesciare questo disarmante processo di degenerazione sociale sia sperare che si arrivi il prima possibile ad un'implosione totale che costringa il mondo a ripartire da zero. Ogni tanto mi dà l'idea che avere fiducia nel futuro sia da ingenui, non da ottimisti. Ma forse è solo una fase passeggera.
Certo è che non mi sembra proprio che l'anno nuovo sia cominciato nel migliore dei modi con la voglia di invertire la rotta verso il punto di non ritorno degli anni precedenti...
Burp. E buon 2007.
Claudio