Il blog della prima Community dei "Milleuristi & (S)Contenti"

28 settembre 2006

Eldorado Cafè

"Me l'aspettavo diverso". Meglio, peggio, non lo so... So solo che questo lavoro me l'aspettavo diverso, e me lo sto ripetendo in loop ormai da una settimana.
A parte che nel frattempo ho già avuto una promozione: dal fare fotocopie e inviare fax adesso chiamo anche le redazioni dei giornali per cercare disperatamente di marchettare recensioni e/o interviste a cantanti e gruppi sconosciuti che nessuno mi si caga di striscio (e che se non riesco a piazzare ovviamente torno a fare fotocopie e inviare fax). Però io m'immaginavo che l'ambiente della Musica e dello Spettacolo fosse una di quelle Eldorado dove, come dicono in tanti, "è pieno di miliardari ricchissimi e invidiatissimi che si godono la bella vita", e invece no: è pieno di Precari esattamente quanto un Call Center. Dalla centralinista al produttore, quasi tutti qua dentro - poi non so come funziona nelle altre case discografiche - sono in stage o hanno un contratto a progetto rinnovabile di 6 mesi in 6 mesi.
Lo ammetto, non me n'è mai fregato niente di conoscere come funzionasse il mondo del Lavoro finché non mi ci sono trovato dentro, ma parlando coi miei colleghi qui in ufficio sento di gente che lavora nella Moda, nei Media, nella Comunicazione, tutta roba che ti viene spontaneo dire "Cazzo! Loro sì che saranno lanciati e sistemati!", e prende massimo 1300 euro al mese lordi con contratti di 1 anno quando va di super-super-superlusso.
E qualcuno ha il coraggio di chiamarli "i mestieri da sogno del Nuovo Millennio"?!? Mah, forse non ne capisco ancora abbastanza, ma a me pare che di spazio (e di tempo) per sognare non ce ne sia poi così tanto...
Matteo

26 settembre 2006

C'è da cambiare una macchina

Amen. L'auto che mio padre mi aveva gentilmente regalato ormai 9 anni fa (una vecchia Opel Corsa, che però trattavo ancora come fosse una sorella) ha esalato l'ultimo respiro, un respiro nero e sofferto, proprio un secondo prima di entrare nell'officina del meccanico. Diagnosi: rottamazione.
Al di là del valore affettivo e delle spese comunque esorbitanti per bollo, assicurazione e benzina, mi ci trovavo bene. E poi non posso fare a meno dell'auto: l'ufficio delle Poste dove lavoro io con i mezzi pubblici mi è praticamente irraggiungibile, e di usare la bici a Milano in autunno e inverno non se ne può proprio parlare sia per il clima che per il rischio di finire sotto una macchina appena uscito di casa...
Certo è che io i soldi per comprarmene una nuova non ce li ho, nonostante il lavoro fisso mi agevoli quantomeno il privilegio dell'accesso al credito.
Non so proprio che fare... Ne cerco una usata, col rischio che poi sia una bufala anziché un affare e mi costi in riparazioni più di una nuova? Mi lancio in un mutuo di chissà quanti anni, così per comprarmi un'utilitaria oggi mi indebito fino alla fine dei miei giorni? Oppure rinuncio direttamente alla macchina e provo ad attrezzarmi diversamente incastrando 3 mezzi pubblici e 10 minuti a piedi all'andata e al ritorno?
Sono un po' sprovveduto su questioni di offerte auto... C'è qualche escamotage, qualche gabola che funziona sempre, qualche accorgimento per risolvere la situazione senza restarci fregato?
Alessio

21 settembre 2006

A.A.A. Nuovi posti di lavoro offresi

Unico requisito: astenersi onesti e meritevoli.
A quanto pare in Italia non ci si può lamentare che il lavoro manchi (è di ieri la notizia secondo cui il tasso di disoccupazione non è mai stato così basso, essendo sceso al 7%): il problema è che finisce sistematicamente nelle mani sbagliate. Leggevo proprio questa mattina sul giornale che la Valletta indagata nei mesi scorsi per essersi guadagnata le luci della ribalta grazie a uno strano 'colloquio' al Ministero degli Esteri, anziché sparire per sempre dalla circolazione, è tutta giuliva di poter tornare in tv alla faccia di chi, magari per ottenere lo stesso risultato, crede di dover imparare a far qualcosa studiando e sudando. E leggevo anche che il SuperManager indagato e condannato nei mesi scorsi per essersi guadagnato scudetti e potere grazie a strani 'colloqui' telefonici con arbitri e classi dirigenti, anziché sparire per sempre dalla circolazione, è tutto giulivo di poter continuare a parlare attraverso le pagine di un quotidiano notoriamente ultramoralista alla faccia di chi, magari per ottenere lo stesso risultato, crede di dover imparare a far qualcosa studiando e sudando.
Insomma: cosa ci sbattiamo tutto il giorno a fare per trovare un lavoro? Cosa perdiamo 5 anni all'Università, magari altri 2 al Master, e poi minimo altri 2 in stage e co.co.pro. nella speranza che qualcuno si degni di darci un posto fisso, quando l'unica credenziale che serve per raggiungere lo scopo in questo cazzo di Paese è l'essere COME MINIMO INDAGATI per qualche atrocità?
Rossella

19 settembre 2006

La Pupa e il Precario

Visto che ormai sono quasi con un piede sull'aereo per tornare nuovamente a Milano, ho cominciato a chiedere ai miei amici di aggiornarmi via mail su cosa sta succedendo in Italia in questi giorni in modo da non farmi trovare impreparato. E Gianni, che come al solito non si lascia sfuggire niente che non abbia a che fare con un monitor e un telecomando, mi ha fatto sapere che il 'fenomeno da Circo' del momento è uno strano reality show dal titolo "La Pupa E Il Secchione", una gara tra coppie in cui la Lei è una presunta Vamp e il Lui un presunto Genio.
Istintivamente (ma non troppo) il pensiero mi è volato subito a Eleonora, a Stefania e ad Angelica, e ho fatto due più due: tutte le mie 'storie' sono nate quasi sotto la stessa bandiera, quella de "La Pupa E Il Precario"! Loro bellissime, fatalissime, ricchissime, realizzatissime, io... Io! Eppure ha sempre funzionato - quantomeno la chimica, se non proprio l'amore con la A maiuscola - oltre ogni aspettativa e oltre ogni luogo comune.
Allora mi chiedo: com'è possibile che io vada a parare sempre su tipe diverse anni luce da me e apparentemente incompatibili sul piano economico e sociale, e com'è possibile che poi loro ci stiano pure?!? Sono l'unico "caso clinico" di questo genere o ce n'è qualche altro esemplare?!?
Claudio

18 settembre 2006

Il primo giorno

Sono uscito dal lavoro da 2 minuti.
Il primo giorno non è esattamente "volato via", mi sembrava non finisse mai.
In ufficio sono tutte donne: la responsabile è sui 55, sotto di lei ce ne sono un altro paio 'adulte', poi una serie di ragazze tra i 25 e i 35, tutte agguerritissime. E, diciamo, un po' isteriche... sarà che sono l'ultimo arrivato, sarà che anche se ho un contratto (co.co.pro. credo, ma per ora mio padre non mi ha fatto avere ancora nulla) mi considerano uno stagista, ma più che il galoppino non ho fatto. "Matteo recupera gli scatoloni", "Matteo fai queste fotocopie", "Matteo chiama il pony", "Matteo stampa questi allegati", "Matteo invia il materiale a quel cliente"... ci mancava solo che mi chiedessero di fare il caffè per tutte.
Ora, è vero che per lavorare in un ufficio stampa è una cosa nuova, ma mi aspettavo che volessero anche un apporto 'creativo', che mi facessero fare cose da solo, che mi dessero un po' di spazio... La verità è che, io, lavorare non so bene cosa significhi. E che, in fondo in fondo, pensavo che il "Mi manda papà" mi desse una posizione un po' più importante. Boh, non lo so, chenneso... ho 25 anni, l'Università da finire, un futuro che credevo fosse tutto in discesa. Sono io, forse, che non ho capito ancora niente?
Matteo

14 settembre 2006

Move your body

Pochi minuti fa ero in pausa caffè con Marisa - che, per inciso, continua a non avere ancora detto a nessuno di essersi sposata - e, parlando del più e del meno, è venuto fuori che io non ho mai fatto nessun genere di attività fisica in vita mia, a parte quel paio d'ore di ginnastica alla settimana ai tempi del Liceo. E, in effetti, l'idea di cominciare non mi dispiacerebbe, visto che adesso con i ritmi di lavoro mi sono più o meno stabilizzata e un'oretta la sera ce l'ho, e che con una piccola aggiustatina a tutte le altre spese un po' di sport potrei anche permettermelo.
Solo che ho davvero l'imbarazzo della scelta di dove andare sbattere la testa (e le gambe): per una totale neofita con budget striminzito è più indicata la classica palestra con quelle robe tipo step, gag, splash, bong e altri termini da fumetto di cui parla sempre Matteo, oppure qualcosa di più movimentato, chessò, tipo tennis o pallavolo? Diciamo che vorrei riaggiustare la linea e divertirmi un po' senza spremere più di tanto nè il portafoglio nè il fisico...
Qualcuno ha qualche altra idea che non sia "far finta di perdere l'autobus e mettersi a correre alla disperata per prenderlo all'ultimo secondo" come mi ha simpaticamente consigliato Claudio via mail?
Rossella

12 settembre 2006

12 settembre 2006

Ieri mi faceva strano raccontarvi la mia giornata.
Perché è stata una giornata strana, l'11 settembre.
Barcellona non è Madrid, gli attacchi dell'11 marzo erano nella Capitale e non da noi, ma tutta la Spagna sa - ovviamente molto ma molto di più che l'Italia - che cosa vuol dire essere attaccati dal terrorismo. Che cosa vuol dire pensare che sia un giorno qualunque e invece veder trasformato il normale incedere dei minuti in una devstazione totale. Che cosa vuol dire pensare di andare a lavorare e invece trovarsi saltati per aria.
Ecco, ieri qui in ufficio c'era uno strano silenzio, sguardi bassi, tensione nell'aria.
Si riviveva la tragedia dell'11 settembre 2001.
La tragedia dell'11 marzo 2004.
La tragedia del 7 luglio 2005.
Con una speranza, una silenziosa speranza: che non ci siano altri anniversari in cui dover commemorare morti innocenti.
Ecco, in una giornata come quella di ieri, mi sono fatto la domanda più semplice e banale del mondo: ma io, io, cosa posso fare? Una risposta, per ora, non so darmela...
Claudio

09 settembre 2006

70 per cento... più uno

Cronaca di una sorte annunciata.
Ieri sera, durante la cena, Matteo comunica in pompa magna - con tanto di spumante e pasticcini per festeggiare - la grande novità dell'ultima ora: ha trovato un lavoro. Così finalmente non dovrà più campare col portafoglio del Papy, così finalmente potrà prendersela più comoda all'Università, così finalmente dimostrerà a tutti che non è un fancazzista col cervello in pappa.
Già. Peccato che si tratti di un posto da Ufficio Stampa per una major discografica il cui Amministratore Delegato è guardacaso uno dei migliori amici del suo adorato paparino...
Per carità, nulla di male. Ma quando mi sono permesso di fargli notare che lui non ha "trovato un lavoro" ma ha semplicemente confermato la statistica (reale) che in Italia il 70% dei posti vengono assegnati per conoscenza - e non parlo di 'raccomandazione' o 'marchetta', parlo di 'conoscenza' nel senso più innocente del termine - e non per merito, mi si è rivoltato contro come un ossesso accusandomi di essere «il solito moralista del cazzo che deve sempre fare della pugnetta a tutti perché è invidioso del fatto che gli altri fanno strada e lui invece rimane a lavorare alle Poste».
Non che la cosa mi disturbi più di tanto: non è la prima volta che ci scorniamo e non penso che sarà l'ultima. Quello che mi dispiace è che per dare un lavoro da ufficio stampa a Matteo (che non ha nessuna competenza e nessuna motivazione in materia) in quanto "figlio dell'amichetto" lo si toglie a qualcuno che, invece, ne avrebbe molto più titolo.

Adesso è da ieri sera che ci penso e stanotte quasi non ci ho dormito: sono davvero io «il solito moralista del cazzo», come pensa anche qualcun altro, o è proprio che dobbiamo dimenticarci che in Italia esista qualcosa chiamato "Meritocrazia" e andare tutti fieri di regali e spintarelle come Matteo?
Alessio

07 settembre 2006

Mali d'Italia

Basterebbe un po' più di gentilezza, un po' più di correttezza, un po' più di rilassatezza: se noi italiani avessimo un pizzico in più di ognuna di queste caratteristiche, vivremmo meglio e miglioreremmo il nostro Paese!
Oggi ero allo sportello - di solito alle Poste lavoro in ufficio - e le scene che ho visto hanno dell'incredibile. O del normale. Gente che urla, altri che fregno la coda, quelli che ti insultano, altri che pretendono, altri ancora che seppur in torto inveiscono contro tutto e tutti. Dico io, se tutti facessimo un passo indietro - anche dietro la linea gialla... ci vuole molto a non superarla, visto che c'è scritto dappertutto?!? - dico, se tutti facessimo un passo indietro ci regaleremmo una giornata più rilassata e una serie di servizi più efficienti.
Chi è pronto a far il suo mea culpa? Chi a cambiare, nel suo piccolo, già da oggi?
Alessio

06 settembre 2006

Vita da gamberi

Dunque tornerò a Milano.
Tra un mese, quando mi scade il co.co.pro., mi ritroverò con l'ennesimo benservito. Unica consolazione (sai che consolazione...), il rimborso del viaggio in aereo.
Eppure stavolta - o meglio, anche stavolta - ci credevo davvero: Angelica le ha provate tutte per cercare di farmi rimanere, ma a quanto pare dai piani alti della MRW Italia non è arrivato l'ok per prolungare la mia trasferta ("Claudio è una persona indispensabile per il nostro organico", le avrebbero detto; la mia sensazione, invece, è che in questi 6 mesi non siano riusciti a trovare nessun altro che accettasse di ricoprire la mia posizione pagato meno di me e possibilmente con un contratto ancora più fumoso, altrimenti, se sono così indispensabile, non si capisce perché dopo 1 anno e mezzo non mi hanno ancora assunto).

Sinceramente, comincio a essere un po' stanco di questi continui tira&molla che non vanno a parare da nessuna parte: io ho voglia di crescere, di mettermi alla prova, di trovare sempre nuovi stimoli, e qui, ormai, sto diventando un anello da catena di montaggio parcheggiato a vita. Ovviamente per ora è solo una congettura... Il mio lavoro mi piace e non voglio smettere di credere che fra 1 mese le cose potranno magari cambiare in modo inaspettato, ma d'altra parte devo anche fare i conti con questo continuo non andare avanti e, anzi, ritornare sistematicamente indietro.
Che sia forse l'occasione giusta per ricominciare a guardarsi intorno, mandare Curriculum a tappeto e cercare qualcosa di più dinamico del fare la spola tra Milano e Barcellona?

Claudio

04 settembre 2006

Un'estate fa...

Rieccoci tornati!
L'arrivo di Matteo dalla Spagna, ieri pomeriggio, ha messo ufficialmente la parola "Fine" alle vacanze e ci ha tristemente riconsegnato alla vita metropolitana di tutti i giorni. In realtà, io ero già rientrata a Milano il 20 agosto e Alessio e Arianna il 27 per riprendere a lavorare (o, nel caso di Arianna, per riprendere a cercare lavoro), ma finché non ci siamo riuniti tutti e 4 sul divano a raccontarci - con tanto di foto, video e souvenir - come abbiamo trascorso queste ferie, abbiamo giocato a fare i "turisti per casa" un po' come se fossimo in una sorta di stage di ambientamento...
Riassunto delle puntate precedenti:
  • Io ho passato una settimana (di più non sono riuscita a strappare) in campeggio in Croazia con le mie amiche Giada e Sabrina e i loro fidanzati Stefano e Paolo. Dividendo le spese di viaggio in macchina per 5 e facendo vita da nomadi on the road abbiamo speso circa 300 euro a testa: decisamente un affarone! Certo, io ero l'elemento dispari e c'era una strana atmosfera da scambio di coppie nell'aria, ma forse proprio per questo ci siamo divertiti quasi più del previsto;
  • Alessio è stato due settimane a Rimini ospite di un suo amico di CL prima e durante il Meeting, e anche lui si è goduto sole e mare (più acqua che mare e più freddo che sole, comunque, visto il tempo) praticamente a costo zero;
  • Matteo si è fatto un mese intero di movida tra Formentera e Barcellona, e ci ha rivelato - notizia dell'ultima ora - che Claudio tra un mese tornerà in Italia: i rapporti con Angelica si sono stabilizzati, ma pare che sia nato un inciucio made in Italy in MRW per cui da Milano non è arrivato l'ok alla proposta di tenerlo in Spagna per un altro anno;
  • Arianna, infine, è andata a Como a casa del suo ragazzo (o meglio, dei genitori del suo ragazzo) e lì è rimasta 3 settimane. Prendendola con filosofia: "In fondo per fare le vacanze a Como vengono anche da Hollywood!".
Bilancio ampiamente positivo, quindi, pur con spese ridotte al minimo. E adesso che ci siamo di nuovo tutti, si riparte, sperando di cominciare a far quadrare anche qualche cerchio oltre al solito risicato bilancio.
Oddio, tutti... In realtà una persona che manca all'appello c'è: il Ministro del Lavoro! Che sia ancora in vacanza?
Rossella